Riceviamo e pubblichiamo
Stamattina mi sono soffermata a riflettere sul passato, sul presente, su come eravamo, su come siamo. Ho ripercorso i lunghi anni che mi sono lasciata alle spalle e mi sono resa conto che solo noi non siamo cambiati. Mi sono tornati alla mente i giorni in cui vivevo ancora nella mia città d’origine, Pescara , le prime lotte, le prime porte in faccia perché ero “fascista”, capii subito che non avrei avuto accesso ad impieghi “pubblici” perché gli altri mi avevano messo addosso un marchio che, per me era un vanto ma…sembrava che io e quelli che avevano i miei stessi principi, i miei stessi ideali, fossimo “appestati”, indegni di accedere a posti di lavoro che, al contrario, si spalancavano agli “altri”. non era consolante sapere che tutto quello che ti onoravi di rappresentare, fosse giudicato come una pregiudiziale ma…questa era l’italia di 35/40 anni fa quando “qualcuno” divulgava nell’etere una frase che, ancora oggi, mi martella nel cervello “uccidere un fascista non e’ reato” e, questa frase, diventò per la parte avversa, una sorta di giustificazione per fare del male fisico ad ogni missino. morirono molti ragazzi della mia età, in quegli anni a due dei quali ero particolarmente legata e che porto con me ogni giorno, io stessa fui vittima di un “incontro ravvicinato”, avevo appena 14 anni e ne porto ancora i segni addosso ma niente e nessuno avrebbe mai potuto allontanarmi dalla strada che stavo percorrendo e nella quale mi riconoscevo, non sapevo ancora che, quella strada, mi avrebbe condotta a la destra ma…sapevo chi era Francesco Storace.
Conobbi Francesco molti, molti anni fa, lavorava al Secolo d’italia, lavorava sodo, era sempre pronto con la sua macchina da scrivere, anche quando ci si fermava per il pranzo, Francesco era l’ultimo a raggiungerci a tavola perché aveva sempre qualche articolo da rivedere o qualche appunto da elaborare e neanche lui, in quei giorni, avrebbe mai pensato che il destino dell’M.S.I. dovesse essere segnato da frammentazioni, tradimenti e voltafaccia e che, un giorno, avrebbe dovuto costituire il partito di chi crede ancora: la destra. già, la gente come noi non ha mai smesso di credere, non ha mai smesso di lottare, di sacrificarsi, di sperare nell’Europa dei popoli che tanto agognavamo, nella giustizia sociale, con l’assoluta convinzione che quei ragazzi, non fossero morti invano. Qualche giorno fa, durante un esecutivo provinciale, Piero Ognibene ricordava che tutti i nostri antagonisti degli anni più duri e tristi per la nostra comunità, ora siedono negli scranni più alti delle istituzioni, comunali, provinciali, regionali e parlamentari e noi…noi siamo ancora qui, a lottare per poter dire la nostra, per poter parlare al cuore delle persone per bene e dire “io sono come te! io lavoro, ho una famiglia che accudisco ogni giorno, ho le rate del mutuo come te, io so di cosa hai bisogno!” Sì, siamo ancora in mezzo alla gente e ci saremo sempre perché questo è quello che ci ha insegnato la nostra storia, il nostro segretario Giorgio Almirante ed è proprio per rispettare il nostro passato che guardiamo al futuro pensando alle necessità della gente, di quella gente che non ce la fa più, che arriva a stento alla seconda settimana del mese, di quella gente che non riesce a capire come siamo arrivati a questo punto, a dipendere esclusivamente dalle banche, dalla Germania, da Monti e Van Rompuy, non riesce a comprendere chi siano questi individui e cosa vogliano ancora dal popolo italiano. Chi siede ora alla camera e al senato, non ha mai lavorato un solo giorno della propria esistenza, penso ai vari Bersani, Vendola, Casini, Fini e molti rappresentanti umbri seduti, senza far altro che pensare a mantenere la propria poltrona, negli scranni comunali, regionali e provinciali…ecco, vorrei che i cittadini cominciassero da qui, da questi nomi, da questi scellerati…non votandoli più, mandandoli a casa, restituendo al “mittente” l’umiliazione di non avercela fatta tanto quanto le persone non ce la fanno a mantenere dignitosamente le loro famiglie e non perché non vogliono farlo ma perché non possono!
la gente come noi, vuole ancora credere che si possa cambiare questa Italia, questa nobile, meravigliosa, grande terra che è ormai alla mercé dell’Europa dei banchieri, la gente come noi vuole ancora dare una speranza ai giovani, alle famiglie, ai malati, a chi ha perso il lavoro…la gente come noi…è gente come voi! Ed è per questo che ho deciso di affrontare una sfida che mi vede capolista al Senato per l’unico partito che chiede sovranità e giustizia sociale: la destra. se sceglierete di votare noi, avrete scelto di farvi rappresentare da uno di voi.
grazie per l’ospitalità su Goodmorningumbia
Daniela Cirillo – candidata al Senato La Destra
Tag: almirante, Cirillo, daniela, destra, fascismo, francesco, giorgio, msi, Ognibene, piero, storace
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