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Un caso clinico di Mobbing a scuola esercitato dall’insegnate su due alunne

4 dicembre 2009

di Rosaura Giovannetti

Un  giorno di un anno non molto lontano ricevetti nel mio studio la signora Maria L. che  sottopose alla mia attenzione fatti accaduti   presso un’Istituto Psicopedagogico  del centro italia tra lei e la professoressa di sua figlia docente in Latino

PREMESSO CHE:

Alla prima osservazione clinica ho potuto constatare un profondo disagio psicologico mentre mi narrava del colloquio, avuto con la professoressa , in merito alla richiesta di spiegazioni circa la “soluzione” che la stessa professoressa aveva proposto a sua figlia, Chiara e a una sua compagna  di classe, Paola, per risolvere la loro insufficienza in Latino. La prima “soluzione”, che  la professoressa consigliò a Chiara e alla sua compagna di classe fu:

a) cambiare sezione all’interno dello stesso Istituto in cui la materia Latino veniva insegnata con meno rigidità. Per questo, le due ragazze ebbero un colloquio con il Referente dell’Istituto, il quale rispose che non era possibile una simile proposta in quanto le sezioni erano già complete e organizzate.

La seconda “soluzione” consigliata dalla professoressa allora fu:

b) cambiare Indirizzo scolastico come, per esempio, Scienze Sociali.

C’è da aggiungere che Chiara e Paola, bocciate l’anno precedente, si sono trovate in una nuova classe con compagni che non  hanno facilitato il loro inserimento.

La mamma di Chiara, allora chiese spiegazioni alla professoressa di Latino circa il perché lei avesse consigliato a sua figlia le due “soluzioni” per risolvere il problema del Latino. Ma la professoressa negò di aver detto e suggerito a Chiara e a Paola tali “soluzioni”.

In famiglia di Chiara, comunque, analizzata la sua situazione del disadattamento scolastico dovuto sia all’isolamento dei compagni sia a quello della Professoressa,venne presa la decisione di  farle continuare l’anno scolastico in un altro Istituto, sebbene Privato perchè nelle Scuole Pubbliche, a gennaio, non c’era più posto.

Lo stato profondo di disagio psicologico della signora Maria, che colsi, quindi era la conseguenza dovuta, e dalla delusione provata nell’incontro con la professoressa, e in seguito, dalla sorpresa  “inaudita e scioccante” di ricevere dalla stessa una querela per ingiuria e/o diffamazione.

In seguito ho avuto dei colloqui con Chiara: una ragazza già proveniente da un disagio scolastico nelle Scuole Medie che  dietro suggerimento delle insegnanti , si sottopose ad una Psicoterapia di gruppo per sbloccare un suo comportamento introverso, chiuso , taciturno ,tendente a isolarsi dagli altri, terminata con esito favorevole dopo due anni.

Durante l’adolescenza non è difficile ricadere in stati depressivi se l’ambiente in cui si vive e ci si confronta non è favorevole ad una sana comunicazione soprattutto, se intervengono fattori di sfiducia, incomprensione, emarginazione. E questo è accaduto a Chiara che oggi è ricaduta in seguito al  “doppio rifiuto”, compagni di classe e professoressa ad uno  stato emotivo fragile tendente al pianto e, spesso, a chiudersi senza accenno di risposte alle domande. Riferisce  che ha difficoltà ad addormentarsi, spesso soffre di emicrania e questo le comporta una difficoltà a concentrarsi. Con il cibo alterna momenti di grande fame a momenti di rifiuto e questo le causa delle difficoltà digestive. I rapporti interpersonali sono allentati se non abbandonati e questo si riflette nella carenza della cura di sé: niente più trucchi, né scelta di abiti  e pettinature personalizzate.   Sono segnali evidenti di una Depressione che aveva in passato, che con la Psicoterapia di Gruppo aveva risolto e che oggi è ritornata da spiacevoli  incidenti di percorso: la precedente bocciatura, l’inserimento in  un gruppo-classe emarginante, il rapporto conflittuale soprattutto con la professoressa di latino e la impossibilità a vedere una via di uscita se non, a metà anno scolastico, a cambiare Istituto (condizione inappellabile data dalla docente di latino) per non essere di nuovo bocciata e non ridare un altro dispiacere ai suoi genitori.

La Depressione può essere vinta con appropriate terapie  ma, può ripresentarsi quando ci si confronta con un ambiente ostile e con persone non adatte alla nostra sensibilità. Chiara  non è stata capita,  accettata e aiutata , in maniera  educativa, dalla Scuola che oggi, dai principi della Nuova Riforma Scolastica, non ha più solo il compito di svolgere il Programma Ministeriale ma, soprattutto  ha il compito di lavorare con i ragazzi sulla conoscenza del sé corporeo, di allestire laboratori creativi  atti a sbloccare dinamiche di relazione conflittuali che  possono nascere dalla relazione insegnanti-alunni, alunni-alunni fino al raggiungimento dell’obiettivo primario che è: LA CONVIVENZA CIVILE.

Mi sorprende che questo sia accaduto all’Istituto Psicopedagogico!..Mi chiedo..perchè la professoressa non ha chiesto il supporto psicologico scolastico per affrontare e non “ lasciar andare via” dalla scuola  Chiara e Paola, visto che si  è resa conto che non era solo il problema Latino ma, che Chiara, alle volte non era a scuola.

Analizzando attentamente il caso  e le sue risposte comportamentali (di fatto Chiara e Paola hanno aderito a una delle soluzioni della loro professoressa di cambiare Istituto con aggravi non solo economici ma, ogni cambiamento produce stress e richiede un investimento psicologico non indifferente) ho dedotto che ci sono gli elementi per una diagnosi di MOBBING A SCUOLA non esercitata dal dirigente scolastico verso gli insegnanti o tra insegnanti o nel cosidetto “bullismo” tra ragazzi o tra ragazzi e insegnanti.  Questo episodio  denuncia  l’esercizio di un potere , tra l’altro educativo, che gli insegnanti “ possono” esercitare , essendo “pubblici ufficiali” sia sulle famiglie, sia sugli alunni. La signora Maria  che si è permessa di chiedere spiegazioni alla professoressa di Latino di sua figlia, si è vista arrivare una querela penale. Sì forse la signora Maria delusa, amareggiata tradita dall’obiettivo educativo della Scuola per sua figlia, avrà pure borbottato, ma che insegnamento è rispondere con una querela e togliersi dalla classe, posto di lavoro, persone che hanno più bisogno degli altri di attenzione e di guida?

Sto scrivendo di “persone” e non elementi e non numeri, né del registro di classe.

Ma che cos’è il Mobbing? Letteralmente significa “assalire con violenza psicologica”- E’ stato osservato e analizzato inizialmente nell’ambito dei comportamenti tra gli animali dallo zoologo Konrad Lorenz per definire l’aggressività nei confronti di un intruso e per analogia è stato utilizzato anche nel campo della Psicologia Umana . Fonte del Mobbing non è solo il luogo del lavoro o l’ambiente( militare, scolastico, associativo, familiare, dello spettacolo, sport..) quanto  la distorsione di determinate dinamiche relazionali che scatenano una serie di comportamenti ed effetti negativi. E paradossalmente proprio nelle scuole, luogo di formazione per antonomasia che si stanno, sempre più, verificando fenomeni di Mobbing. Chi subisce il Mobbing soffre generalmente di Depressione ed è spesso una persona che vive una catastrofe emotiva composta dalla triade: depressione-ansia-panico-Gli effetti comportamentali di chi subisce il Mobbing sono il trasferimento, le dimissioni o l’autoeliminazione dall’ambiente di lavoro mentre le cause cliniche sono: sofferenze psicologiche , psicosomatiche e sociali. Heins Leymann definisce il mobbing come “una forma di terrorismo  psicologico che implica un atteggiamento ostile e non etico posto in essere in forma sistematica da uno o più soggetti ( mobbing trasversale: professoressa più compagni di classe), di solito nei confronti di un unico individuo che, a causa di tale persecuzione, si viene a trovare in una condizione indifesa e diventa oggetto di continue attività vessatorie …perde l’autostima, cade in depressione e si ammala, in casi estremi si suicida”.( ricerca da internet).

Attualmente  Chiara necessita di una Psicoterapia individuale con frequenza di due sedute settimanali.per riparare a un danno  profondo certamente non provocato da sé stessa.

La redazione desidera aprire uno Spazio – Scuola rivolto a tutte le età  scolastiche e ai genitori affinchè  questo spazio possa raccogliere le vostre storie e insieme cercare le migliori soluzioni perché la scuola diventi un luogo di crescita, di esperienze positive, di incontro.