Un pilastro autentico della cultura italiana, sempre libero “oltre l’ovvio”.
Si potevano avere idee molto diverse ma la sua “intelligenza creativa” brillava sempre “autentica e sferzante” spesso contro la corrente che “omologa tutto e tutti”.
Ricordo, con piacere, il periodo in cui ebbi a conoscerlo più da vicino in occasione della scrittura del suo “ultimo” lavoro teatrale che ha dedicato alla figura di San Francesco d’Assisi. Mi sovviene la “grande cura” con cui teneva la “cartella preziosa” con i disegni “sognati” che aveva realizzato per utilizzare come “sfondi teatrali” delle storie sul poverello. La “sua originale visione” francescana sempre “oltre” mi apparse comunque “molto rispettosa” e umanistica.
Mi piace ricordare i suoi occhi sempre “brillanti” di chi ama la vita e la vuole ricolmare di vita ogni giorno. Questo è ciò che mi rimarrà di lui: un inno alla vita, sempre, sino alla fine.